Come abbiamo avuto modo di vedere, Design to Operate è una metodologia che punta a ottimizzare l’intero ciclo di vita di un prodotto, con lo scopo di renderlo sia più sostenibile, sia più profittevole. Si tratta di un approccio nato da numerose considerazioni, anche di scenario e mercato, sul presente e il futuro delle attività produttive, e che deve tenere conto di nuove esigenze che vanno al di là della semplice produzione, come la manutenzione e il ritiro dei prodotti a fine vita.
L’importanza della fase di design
Il design o, meglio, la progettazione dei prodotti è una componente fondamentale dell’approccio Design to Operate (D2O). Proprio perché si mira ad ottimizzare l’intero ciclo di vita di un prodotto o di un asset, dalla progettazione e produzione alla manutenzione e fino, nei casi più estremi, al decommissioning di un intero impianto industriale, è indispensabile che questo sia pensato in un’ottica innovativa, non solo per quanto riguarda la sua rilevanza sul mercato. Adottando un approccio olistico al design dei prodotti e dei servizi, le aziende possono crearli in modo che non siano solo sono efficienti ed economici, ma anche sostenibili e adattabili sia alle esigenze dei clienti, sia alle condizioni di mercato, due elementi che oggi sono in mutamento sempre più continuo e rapido.
Come si struttura la fase di design nella metodologia D2O
L’approccio D2O al design dei prodotti comporta diverse considerazioni chiave, che si fondano su due presupposti iniziali:
- Fare scelte di progettazione informate, basate su dati consistenti;
- Comunicare in modo visivo il design dei prodotti a un ecosistema aperto e distribuito.
Insomma, la fase di design è quella che dà l’impronta al processo produttivo e ne definisce l’aderenza o meno al framework D2O. Ecco, in questo contesto, i principali presupposti da considerare.
Analisi del ciclo di vita
Uno dei primi passi nella progettazione del prodotto è condurre un’analisi preliminare del ciclo di vita del prodotto, esaminandone tutta la filiera, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento del prodotto alla fine del suo impiego. Prendendo in considerazione fin da subito la filiera nella sua interezza, i progettisti possono identificare opportunità per ridurre gli sprechi, aumentare l’efficienza nel lungo periodo e minimizzare l’impatto ambientale del prodotto, per esempio prevedendo l’uso di parti riutilizzabili o ricondizionabili, oppure di materie prime riciclabili.
Selezione dei materiali
Più nello specifico, la scelta dei materiali è fondamentale nella progettazione del prodotto secondo i dettami Design to Operate. I progettisti devono considerare la disponibilità, il costo e l’impatto ambientale di ciascun materiale, nonché la sua idoneità per l’uso previsto, prevedendone per quanto possibile lo sviluppo nel tempo oppure progettando fin da subito eventuali alternative. Per esempio, i materiali duraturi e riciclabili o riutilizzabili alla fine della loro vita utile sono preferibili rispetto ai materiali non facilmente riciclabili, con una vita breve, o che richiedono lavorazioni molto specifiche e di difficile reperimento sul mercato.
Processi di produzione
Nella metodologia D2O i processi di produzione utilizzati per fabbricare il prodotto rivestono un ruolo fondamentale. L’obiettivo è identificare quelli più efficienti e sostenibili che riducano gli sprechi e l’impatto ambientale del processo. Per esempio, l’uso di fonti di energia rinnovabili o la progettazione di prodotti che possono essere facilmente smontati per essere riparati o riciclati può contribuire a ridurre l’impronta di carbonio del prodotto e aumentarne la sostenibilità
Smaltimento e fine del ciclo di vita
Infine, i progettisti devono considerare lo smaltimento alla fine della vita utile. L’obiettivo è progettare prodotti che possano essere facilmente smontati e riciclati o riutilizzati alla fine del loro impiego principale. La metodologia D2O pone una grande enfasi sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale, includendo oltre alla gestione degli eventuali rifiuti anche il benessere dei lavoratori e delle comunità locali. All’interno di questa fase della progettazione è necessario considerare anche eventuali attività o lavorazioni collaterali, per esempio l’impatto ambientale dello smaltimento del prodotto, compresa la liberazione di sostanze chimiche tossiche o inquinanti.
Un approccio basato sul feedback
Oltre a queste considerazioni chiave, l’approccio D2O enfatizza anche la collaborazione e la comunicazione tra tutti gli stakeholder, a tutti i livelli e in tutte le fasi. Per esempio, per quanto riguarda la progettazione, il framework prevede nello specifico la raccolta dei feedback degli utenti per il miglioramento continuo, e il mantenimento di dati e informazioni sulla sua evoluzione nel tempo. Allo stesso modo, nei confronti della fase produttiva, prevede uno stretto controllo con la produzione, per gestire le distinte base e la movimentazione del prodotto.
All’interno di D2O, insomma, la progettazione assume un ruolo più proattivo, dinamico e continuativo, mettendola in grado di intervenire tempestivamente in caso di cambiamento del mercato, delle condizioni o della domanda.
Grazie all’adozione di un approccio Design to Operate, le aziende possono adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e delle condizioni esterne, migliorando l’efficienza e la produttività dell’azienda. Contattaci per ricevere maggiori informazioni.