Il 2020, per ragioni note a tutti, ha evidenziato la necessità per il tessuto imprenditoriale italiano di accelerare il processo di transizione digitale. Una necessità recepita anche dal Ministero dello Sviluppo Economico che, per favorire questo processo, ha varato il Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 definito il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund. Un piano che offre interessanti opportunità per tutte le aziende che hanno la volontà di innovarsi, sia in termini di prodotti sia in termini di infrastrutture.
Il piano di Transizione 4.0 del MISE
Il nuovo piano di Transizione 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico rappresenta di fatto un’estensione del piano per l’Industria 4.0 varato nel 2016, ma contiene alcune importanti novità, sia dal punto di vista strettamente economico, sia dal punto di vista della gestione.
Da punto di vista economico si tratta di uno stanziamento decisamente rilevante, pari a 24 miliardi di euro. Dal punto di vista della gestione, un aspetto che deve senza dubbio essere sottolineato è l’obiettivo di rendere strutturali le misure sia dal punto di vista temporale, infatti il piano copre il triennio 2020 – 2023, sia dal punto di vista organizzativo.
Per semplificare la fruizione, il Piano prevede un importante coinvolgimento delle Camere di Commercio, molte delle quali si sono già attrezzate, e anche alcune semplificazioni dal punto di vista delle procedure, finalizzate soprattutto a premettere una fruizione più rapida delle agevolazioni.
Anche se parlare di edizioni precedenti del Piano è impreciso, fare qualche analogia con i suoi predecessori a partire dal 2016 è inevitabile, soprattutto per quanto riguarda l’ampiezza e la profondità delle opportunità economiche per le aziende. Mentre il piano Industria 4.0 infatti era maggiormente orientato alle attività produttive, la versione attuale del piano di Transizione 4.0 del Mise copre un maggiore numero di settori e di attività, come possiamo vedere anche dalla presentazione ufficiale. Il Ministero ha predisposto una comoda serie di infografiche volte a spiegare in modo chiaro le misure.
Le aziende potranno ottenere un credito di imposta grazie alle attività in 7 aree diverse:
- Beni materiali e immateriali non 4.0
- Beni materiali e immateriali 4.0
- Ricerca e Sviluppo
- Innovazione Tecnologica
- Innovazione green e digitale
- Design e ideazione estetica
- Formazione 4.0
Cambiano inoltre i tempi di fruizione del credito, che passano da 5 anni a 3 anni.
Transizione 4.0: le novità per il mondo Digital e 4.0
Naturalmente, come suggerisce il nome del piano, agli investimenti legati in qualche modo all’industria 4.0 e all’innovazione è riservata la parte più consistente del Piano.
In particolare, per l’acquisto di beni materiali 4.0 è possibile arrivare a un credito di imposta del 50% nel 2021 e del 40% nel 2022, per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
Per gli investimenti in beni immateriali 4.0 la quota prevista è del 20% fino a 1 milione di euro. A questi si aggiungono il 15% per gli investimenti in lavoro agile, il 20% per Ricerca e Sviluppo e il 10% in innovazione tecnologica. Gli investimenti in innovazione green e digitale potranno beneficiare di un credito di imposta fino al 15%. Infine, nel 2021 e 2022 è previsto anche un credito di imposta per la formazione 4.0.
Transizione digitale: importanti opportunità attraverso le Camere di Commercio
Al fianco delle opportunità previste dal Piano di Transizione 4.0 vale la pena di ricordare in questa sede che attraverso le Camere di Commercio sono attivi i Punti di Impresa Digitale in grado di fornire maggiori ragguagli sulle numerose linee di finanziamento, spesso con una quota a fondo perduto, disponibili a favore delle imprese per la digitalizzazione e l’innovazione.
Maggiori informazioni sul Nuovo Decreto Sviluppo
Negli ultimi anni il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in campo numerosi strumenti informativi per permettere alle imprese di conoscere tutti i vantaggi e le agevolazioni. In particolare, oltre alla pagina ufficiale del Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, esiste anche una pagina generica che riassume rapidamente tutti gli incentivi attualmente in vigore.